Nel terzo atto della commedia La Cortigiana, opera che Pietro Aretino compone nel 1525 per irridere l'originale declinato al maschile di Baldassarre Castiglione, lo scambio di battute tra Valerio e Flaminio, due servitori, è una straordinaria sintesi del quadro politico della penisola italica alla vigilia del Sacco di Roma. Chiede il primo: "Dove voi tu ire, adesso, ch’è in disordine tutto il mondo? Se vai a Milano, el Duca sta come Dio vole; a Ferrara, quel principe attende ad altro ch’a fare bella corte; a Napoli non ci son piú li Re; a Urbino el signor è anche fastidioso, in disagio per i passati danni. E credi a me, che quando pate la Corte di Roma, patono gli altri ancora". La risposta non lascia dubbi sul cenno autobiografico inserito dall'autore e nemmeno sul favorevole giudizio della corte dei Gonzaga: "Anderò a Mantoa, dove la eccellenzia del Marchese Federico non nega el pane a niuno et ivi mi tratterrò tanto che Nostro Signore acconci le cose del mondo, non sol d’Italia". Federico II Gonzaga (1500-1540), filo conduttore di questa raccolta di saggi, è per la prima volta protagonista di uno studio monografico. A quasi trent'anni dalla.
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Sunday, April 1, 2018
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